Cos’è l’identità: il concetto di identità, definizione e significato

Cos’è l’identità: il concetto di identità, definizione e significato

Che cos’è l’identità: definizione

Se cerchiamo il termine identità nei comuni vocabolari, esso viene definito come il senso e la consapevolezza di sé come entità distinta dalle altre e continua nel tempo.

L’acquisizione dell’identità scaturisce dall’interazione tra fattori psicologici, familiari e sociali.

Per comprendere questo processo, è opportuno effettuare una distinzione preliminare tra identità e personalità.

La personalità è un’organizzazione tendenzialmente stabile di schemi cognitivi, emotivi e sociali che si delinea attraverso l’interazione di componenti biologiche, psicologiche e sociali (Caprara, Cervone, 2003).

L’identità, invece, è un processo evolutivo, che promuove la consapevolezza della propria struttura, la pianificazione delle proprie tendenze operative e la partecipazione nella definizione di se stessi nel proprio contesto (Tonolo, 1999).

Acquisizione dell’identità: una teoria

Sono state compiute numerose ricerche sul processo di acquisizione dell’identità, che hanno come punto di partenza le concettualizzazioni di Erikson (1968) e le successive rielaborazioni di Marcia (1966;1980).

Erikson (1968) formula una teoria che abbraccia tutte le età della vita, dalla nascita alla vecchiaia, individuando per ciascuna di esse uno specifico compito, un cosidetto “dilemma psicosociale”, che nasce dalla relazione tra l’individuo e l’ambiente. L’individuo deve affrontarlo e superarlo per poter accedere allo stadio successivo. Questi dilemmi, infatti, consistono in una coppia di due termini opposti: uno indica una conquista, l’altro il fallimento. Erikson ha ipotizzato che le psicopatologie possano avere origine nel fallimento dei compiti caratteristici delle diverse età. Mi concentrerò sui dilemmi che riguardano l’adolescenza in cui l’identità prende forma e l’età adulta che ci riguarda più da vicino.
Il dilemma psicosociale tra identità e diffusione dell’identità si registra in adolescenza poiché è in questa fase che si va delineando una propria identità. I ragazzi devono elaborare le molteplici trasformazioni corporee, cognitive e sociali ed emanciparsi dalla famiglia. Una difficoltà in questo compito può portare ad esperienze estreme o a identificazioni con modelli numerosi e contraddittori fino a sfociare nel delirio.

La psicanalisi vede la malattia da un lato nell’ipertrofia dell’identità, che si manifesta quando il confine diventa troppo rigido e non c’è più scambio tra il soggetto e l’altro e la vita si insterilisce. (Recalcati 2002).D’altra parte abbattere completamente il confine produce diffusione dell’identità, l’altro diventa invasore e tutto si confonde in una dimensione indifferenziata.

Nell’età adulta, dai 26 ai 40 anni, l’antitesi è tra generatività – stagnazione: si ha il desiderio di creare sul piano personale e sociale. Si desidera sentirsi utili e mettere a disposizione la propria esperienza. Altrimenti insorge la domanda: cosa ho fatto nella mia vita? E si prova un senso di sterilità e insoddisfazione.

Secondo Erikson (1950; 1968), il processo di acquisizione di un’identità scaturisce dalla percezione dell’uguaglianza di sé, dalla continuità della propria esistenza nello spazio e nel tempo e dal riconoscimento da parte degli altri di tale continuità. Non è sufficiente avere una percezione di continuità, gli altri devono riconoscerla.

Identità come struttura del sè

Secondo Marcia (1980), invece, l’identità è una struttura del sé, un’organizzazione interna, auto costruita e dinamica di bisogni, abilità, credenze e storia individuale.

Marcia ha riformulato la dicotomia eriksoniana nei termini di due processi fondamentali implicati nella formazione dell’identità: esplorazione e impegno.

L’esplorazione è la fase di valutazione delle opzioni in previsione di una decisione. E’ presente quando si è impegnati nel vaglio delle alternative, assente se non c’è interesse verso le opzioni.

L’impegno riguarda un ambito in cui si sceglie di investire energie, formativo, professionale, sociale, sportivo, ideologico e assume un significato sociale e consente una definizione di sé.

Combinando esplorazione ed impegno, si ottengono 4 possibili “stati di identità” . Questi stati sono:
il raggiungimento dell’identità, la moratoria, la preclusione e la diffusione.

Il raggiungimento indica l’avvenuta acquisizione di un’identità, a seguito della scelta di un’opzione verso la cui realizzazione si destinano le risorse personali, in quanto la scelta implica l’assunzione di un impegno.

La preclusione indica il blocco del processo di acquisizione dell’identità, che può essere dovuto alla precoce assunzione di un impegno senza una scelta autonoma o in presenza di una scelta libera, ma compiuta senza una preliminare fase di esplorazione dovutamente accurata.

La moratoria equivale al posticipare il momento della scelta, permanendo a lungo nella fase esploratoria.

Quante volte abbiamo rimandato?

Infine, la diffusione indica il mancato avvio della fase esploratoria.

La mancata acquisizione di un’identità si accompagna spesso ad uno stato di malessere (Bishop, Weisgram, Holleque, Lund, Wheeler-Anderson 2005).

Integrazione vs Dispersione dell’identità

Per Otto Kernberg l’ integrazione dell’identità consiste nella continuità temporale e affettiva che la persona ha di se stessa e degli altri. Come conseguenza si hanno relazioni sane con delle persone significative, si manifesta una stabilità mentale e rapporti profondi, caratterizzati da calore ed empatia. La dispersione dell’identità, al contrario, consiste in un concetto di Sé mal integrato in relazione agli altri significativi. Si manifesta, di conseguenza, con un comportamento contraddittorio, che non può essere integrato, o attraverso percezioni superficiali, piatte e impoverite degli altri.

Identità liquida

Il nostro tempo sembra vivere, come ha mostrato un grande sociologo Zigmunt Bauman, l’esasperazione del carattere liquido dell’identità.

Cosa intende Bauman con identità liquida?

Intende che l’identità vacilla, barcolla, diventa un concetto sempre più mobile, borderline.

Per Bauman l’identità è un’invenzione, non c’è mai già da sempre identità; essa viene eleborata, ideata, indicata come un obiettivo e non può dirsi mai realizzata. Bauman nel suo lavoro ha focalizzato la sua attenzione sul passaggio dalla modernità alla postmodernità. Mentre l’età moderna aveva sempre ricercato una identità ( anima, spirito, cogito, ragione , Io) come una solida costruzione, nel tempo ipermoderno, nel temo dell’incessante evoluzione digitale, quale è il nostro, l’identità pare dissolversi in un camaleontismo permanente. Dunque nulla ha contorni nitidi, definiti e fissati una volta per tutte. Ciò non può che influire sulle relazioni umane, divenute ormai precarie. Simbolo del nostro secolo e della sua liquidità, è stato per Bauman l’uomo narcisisticamente isolato, che si presenta ancora oggi tanto evoluto quanto egocentricamente solo, essendo racchiuso nel suo ego e rimanendo schiavo delle paure nate dal contatto con l’esterno.
Nel passaggio dalla modernità ai giorni nostri le formazioni identitarie hanno perso quei punti di riferimento solidi, fissi ( famiglia, Stato, Chiesa, ecc…).
L’individuo attuale è privo di riferimenti stabili, ha una personalità cangiante e un’identità ambigua.
La presenza di identità fluide e indefinite che non permettono l’assunzione di responsabilità per costruire relazioni stabili è una delle principali prerogative dell’uomo tecno-liquido. Inoltre, la flessibilità si pone come nuovo valore sociale, presupposto necessario per la nascita delle cose e delle relazioni fra esse.
Tuttavia Il desiderio di nuove comunità, diffuso nel presente, nascerebbe dalla speranza di ritrovare il “sentimento di un noi” e di dare sostanza all’identità personale.

Come l’identità anche la società contemporanea è immersa nella fluidità.

Usando le parole di Bauman “nel mondo liquido-moderno la solidità delle cose, così come la solidità dei rapporti umani, tende a essere considerata male, come una minaccia: dopotutto, qualsiasi giuramento di fedeltà e ogni impegno a lungo termine sembrano annunciare un futuro gravato da obblighi che limitano la libertà di movimento e riducono la capacità di accettare le opportunità nuove e ancora sconosciute che si presenteranno. La prospettiva di trovarsi invischiati per l’intera durata della vita in qualcosa o in un rapporto non rinegoziabile ci appare decisamente spaventosa.

Amore liquido

Tra le opere più significative di Bauman voglio citare Amore Liquido. Riguarda la fragilità dei legami affettivi. Protagonista del libro è l’uomo contemporaneo che sta attraversando il vuoto identitario e , di conseguenza, non riesce a tessere legami. Bauman inneggia
all’amore come rarità, invogliando noi tutti a “dare senza prendere, ad offrire senza chiedere, ad appagare senza opprimere.”

Investire nell’amore è ciò che di più positivo abbia a disposizione l’individuo sociale, amare è offrire “una mano nel momento del bisogno, un sostegno nel dolore, compagnia nella solitudine, soccorso nei guai, consolazione nella sconfitta e un plauso nella vittoria.

Conlusioni

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Erika Firrincieli

Psychè Studio

    Bibliografia:

    Bauman Z. Amore Liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi. Laterza, 2006.

    Bauman Z. Modernità liquida. Editori Laterza, 2011.

    Bishop, D.I., Weisgram, E.S., Holleque, K.M., Lund, K.E. and Wheeler-Anderson, J.R. (2005) Identity development and alcohol consumption: Current and retrospective selfreports by college students. Journal of Adolescent Health, 28, 523-533. doi:10.1016/j.adolescence.2004.10.007

    Caprara, G. V., & Cervone, D. (2003). A conception of personality for a psychology of human strengths: Personality as an agentic, self-regulating system. In L. G. Aspinwall & U. M. Staudinger (Eds.), A psychology of human strengths: Fundamental questions and future directions for a positive psychology (pp. 61–74). American Psychological Association. https://doi.org/10.1037/10566-005

    Erikson Erik H. Identity: youth and crisis. Norton, 1968.

    Marcia JE.Identity in adoloscence. Handbook of adolescent psychology, 1980.

    Tonolo G. Adolescenza e identità. Il Mulino, 1999.

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