Valutazione Neuropsicologica
Valutazione neuropsicologica: cos’è e quando si fa? La valutazione neuropsicologica permette di misurare le abilità
La memoria puo’ essere paragonata a un enorme magazzino all’interno del quale l’individuo può conservare tracce della propria esperienza passata, cui attingere per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e futura.
La memoria a lungo termine (MLT) è un archivio avente capacità quasi illimitata, dove sono conservate tutte le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso della vita. La memoria a lungo termine si suddivide in memoria esplicita, o memoria dichiarativa, e memoria implicita, o memoria procedurale.
La memoria esplicita, o dichiarativa, comprende tutto ciò che può essere descritto consapevolmente dal soggetto ed è suddivisa in memoria episodica, memoria semantica e memoria autobiografica. La memoria procedurale o implicita, al contrario, contiene abilità motorie, percettive e cognitive.
La memoria dichiarativa e’ un sistema mnestico che consente di richiamare alla coscienza i ricordi delle esperienze vissute oppure le conoscenze fattuali. Tulving (1972; 2001) distinse due tipologie di memoria dichiarativa: la memoria episodica e la memoria semantica.
La memoria episodica consente la rappresentazione di diversi aspetti di un evento o accadimento specifico e raccoglie gli episodi che l’individuo ha vissuto in prima persona; la memoria episodica, quindi, consente di immagazzinare aspetti specifici – in termini spazio temporali e situazionali – degli accadimenti.
La memoria semantica invece non fa riferimento a eventi e accadimenti della propria esperienza personale ma consiste nell’insieme di concetti, conoscenze e nozioni che abbiamo acquisito nel corso della nostra esperienza di vita La memoria semantica è la memoria del sapere, delle conoscenze enciclopediche e fattuali.
Si può definire memoria autobiografica l’insieme dei ricordi che hanno caratterizzato e in qualche misura influenzato la nostra esistenza.
I ricordi della memoria autobiografica si riferiscono non ad eventi comuni, ma esperienze di vita specifiche , rilevanti e fondamentali nella costruzione della rappresentazione di sé stessi, degli altri e del mondo.
La memoria autobiografica non è concettualizzabile come un sistema di memoria isolato, bensì come un’integrazione tra la memoria episodica e la memoria semantica. Da un lato la memoria episodica rappresenta il tessuto con cui si imbastisce il se’ autobiografico, preposta a ricostruire la rappresentazione degli eventi passati connotati a livello spazio-temporale; dall’altro la memoria semantica attiva le conoscenze per attribuire significato ai nostri ricordi episodici (Tomei, 2017).
La memoria autobiografica, immagazzina fatti e eventi accaduti alla persona in relazione a schemi o percorsi di significato e unifica consapevolmente le diverse esperienze di vita accumunandole da un significato comune, coerente tra i diversi ricordi facenti parte della stessa categoria. L’insieme di tutte queste informazioni costituisce il bagaglio di conoscenza che ognuno di noi possiede e che dipende, sostanzialmente, dalle esperienze effettuate.
I sistemi di memoria impliciti o non dichiarativi si caratterizzano rispetto alla memoria dichiarativa per il fatto che non richiedono la coscienza per essere registrati o richiamati. La funzione evolutiva di tali sistemi di memoria implicita è che consentono che il comportamento dell’individuo venga modulato dalle esperienze ambientali in modo da ottenere un vantaggio adattivo, soprattutto in termini di predisposizione rapida e automatica all’azione. Forme di memoria non dichiarativa sono: la memoria per le abitudini, la memoria per le capacità motorie routinizzate, il priming (l’influenza sulla prestazione di un soggetto da parte di una stimolazione precedente), diverse forme di apprendimento (condizionamento classico e operante).
La memoria procedurale si utilizza nel momento in cui dobbiamo fornire una performance o una semplice attività quotidiana divenuta routinaria (allacciarsi le scarpe). Consiste in quella forma di memoria a cui non possiamo accedere consapevolmente. Per esempio una forma di memoria implicita procedurale è quella legata all’ imparare a leggere. Nel momento in cui, ad esempio, leggiamo non dobbiamo ripartire da zero, come se fosse la prima volta, ma automaticamente andiamo a recuperare quei ricordi che ci consentono di eseguire quel determinato compito. La memoria implicita si collega a esperienze che avvengono non a livello del tutto cosciente e non sono neppure verbalizzabili.
La memoria procedurale è quindi una memoria legata alla reale attuazione di un compito, è accessibile durante l’esecuzione di un’azione, ed è coinvolta in tutta quella parte di conoscenza implicita definita “sapere come” (knowing how) per riferirsi alla distinzione proposta da Gilbert Ryle.
Va sottolineato che la memoria procedurale non è solo coinvolta in azioni motorie, come ad esempio andare in bicicletta, ma anche in altre forme di ricordo, laddove via sia il recupero (implicito e spesso inconsapevole alla persona) di modalità di procedere, abitudini e schemi di comportamento, regole tacite e algoritmi procedurali – spesso automatizzati e precedentemente appresi. L’automatizzazione di un comportamento avviene in modo graduale attraverso la pratica ripetuta, ed è grazie alla memoria procedurale e all’automatizzazione di alcuni comportamenti che possiamo risparmiare risorse cognitive e impiegarle per altri compiti.
Oltre ai training di potenziamento cognitivo suggeriamo di:
Svolgere attività fisica. L’esercizio è un toccasana per il corpo e il cervello. Il movimento, infatti, aumenta l’apporto di ossigeno al cervello, riducendo il rischio di disturbi che portano alla perdita di memoria, come il diabete e le malattie cardiovascolari.
Dormire bene. Studi scientifici confermano che un buon sonno è fondamentale per l’apprendimento e il consolidamento della memoria. Al contrario, dormire male o poco compromettere la capacità di concentrazione, del pensiero critico e analitico e la memoria.
Coltivare relazioni. Una vita ricca di stimoli, di relazioni interpersonali e di attività svolte insieme agli altri è un aiuto sostanzioso per la propria memoria. D’altra parte, l’uomo è un animale sociale, fatto per interagire con i propri simili e trarre da essi diversi tipi di benefici, soprattutto a livello cognitivo e psicologico.
Dedicarsi ad attività nuove. Un modo semplice per fornire al cervello nuovi stimoli e rompere la routine è quello di sottoporlo il più possibile a nuove informazioni: sperimentare una nuova strada per tornare a casa, visitare posti nuovi durante il fine settimana, leggere libri ecc. Questi piccoli accorgimenti sono fondamentali per lo sviluppo di nuovi percorsi cerebrali. Tra le attività a cui dedicarsi, le migliori sono quelle che allenano la coordinazione occhio-mano, il ragionamento spaziale-temporale e la creatività.
Eliminare le fonti di stress. Lo stress può essere in grado danneggiare l’ippocampo, la regione del cervello coinvolta nella formazione di nuovi ricordi e il recupero di quelli vecchi. Studi scientifici dimostrano che coloro che praticano regolarmente la meditazione hanno una maggiore attività nella corteccia prefrontale sinistra, una zona del cervello associata ai sentimenti di gioia e di serenità. Inoltre, la meditazione aumenta lo spessore della corteccia cerebrale e favorisce le connessioni tra i neuroni, il che aumenta di conseguenza la capacità di memorizzare.
Escamotage mnemonici. Quando si è chiamati a dover memorizzare qualcosa, è possibile mettere in pratica alcuni trucchi, come ad esempio quello di associare un’immagine visiva alla parola che si deve ricordare: più piacevole sarà l’immagine, più facilmente si potrà ricordare quella parola.
Utilizzare tutti i sensi. Maggiore è il numero di sensi coinvolti nel processo di elaborazione dell’informazione, maggiore sarà la possibilità di ricordarla. Ecco perché è importante coinvolgere, là dove possibile, tutti i sensi. Se ad esempio stiamo conoscendo una persona nuova e vogliamo fare in modo di ricordare il suo nome, basterà guardarlo negli occhi e magari stringergli la mano, coinvolgendo così udito, vista e tatto.
Valutazione neuropsicologica: cos’è e quando si fa? La valutazione neuropsicologica permette di misurare le abilità
“Il tutto è più della somma delle parti” Questo il motto iniziale della scuola della gestalt.